Disturbi d’ansia

L’ansia non è di per sé negativa infatti rappresenta una reazione primaria di sopravvivenza che orienta il comportamento verso la salvaguardia dell’individuo mettendolo in allerta rispetto a situazioni di pericolo; le problematiche nascono quando l’interpretazione della situazione risulta distorta e guidata da pensieri irrazionali.

L’ansia, viene infatti considerata come un difetto nell’elaborazione delle informazioni in cui sarebbe presente una sovrastima della preoccupazione relativa al pericolo ed una sottovalutazione delle capacità individuali di fronteggiare la situazione.

L’ansia si differenzia dalla depressione per il diverso contenuto dei pensieri tipici di queste due patologie; nell’ansia abbiamo una dominanza di pensieri relativi al pericolo mentre nella depressione riscontriamo pensieri relativi alla perdita ed all’autosvalutazione.

La sovrastima del pericolo e la sottostima delle capacità personali di fronteggiamento provocano l’attivazione di schemi di pericolo che, una volta attivati, provocano un circolo vizioso che rinforza le manifestazioni d’ansia.

Di fronte ad una situazione ritenuta minacciosa, il nostro sistema cognitivo lancia una serie di allarmi inducendo incertezze, formulando dubbi e previsioni negative.

A livello somatico di riscontrano diverse manifestazioni legate ad uno stato di allerta presenti con intensità e frequenza differente da caso a caso:

  • Sintomi cardiovascolari: tachicardia, palpitazioni, extrasistolia, aritmia, dolore o fastidio al petto, ipertensione o cali di pressione, svenimento
  • Sintomi respiratori: dispnea, sensazione di soffocamento, sensazione di nodo alla gola, asma (peggiora se già presente)
  • Sintomi gastrointestinali: nausea, gastrite, reflusso gastroesofageo, diarrea, sindrome del colon irritabile
  • Sintomi neuromuscolari: sensazione di sbandamento (gambe traballanti), tremore, rigidità, parestesie (sensazione di torpore e formicolio), contratture, tensione muscolare, debolezza e affaticabilità
  • Sintomi neurologici: vertigini, sensazione di “testa vuota” o leggera, sensazione di sbandamento, tremore,) e vampate di calore
  • Sintomi dermatologici: orticaria, rossore o pallore del volto, iperidrosi (eccessiva sudorazione)
  • Sintomi urinari: impulso improvviso ad urinare, aumento della frequenza dell’orinazione (pollachiuria).

A livello comportamentale si riscontra la messa in atto di strategie protettive che hanno lo scopo di ridurre il livello d’ansia sperimentato dall’individuo; l’effetto è però una mancata esposizione alle situazioni temute che impedisce la disconferma della loro pericolosità e favorisce il mantenimento della percezione di pericolosità e dell’incapacità di fronteggiamento dell’individuo.

A livello terapeutico si agisce su più fronti:

  • emotivo, contrastando l’evitamento delle emozioni;
  • cognitivo, agendo sulle credenze disfunzionali dell’organismo;
  • comportamentale, mettendo in atto comportamenti funzionali al fronteggiamento della situazione.

 

ATTACCHI DI PANICO

Gli attacchi di panico sono descritti come un’improvvisa manifestazione di ansia o un’escalation di quella solitamente presente; le risposte fisiche sono associate a sintomi cognitivi quali paura di morire, di soffocare, di diventare pazzo, ecc.

Gli attacchi di panico possono essere dipendenti dalla situazione in cui si verificano oppure prodursi spontaneamente, in modo inaspettato.

L’individuo diventa particolarmente attento alle sensazioni corporee, interpretandole come un segno premonitore di ulteriori attacchi.

Stimoli interni o esterni, giudicati minacciosi, producono lo stato d’ansia e i relativi sintomi somatici associati, che se sono interpretati in modo catastrofico, producono un ulteriore aumento del livello di ansia intrappolando l’individuo in un circolo vizioso culminante nell’attacco di panico.

L’evitamento delle situazioni che erroneamente si pensa scatenino l’attacco di panico, favoriscono il mantenimento del disturbo ed una notevole limitazione della qualità di vita infatti, il soggetto tende a generalizzare ad una molteplicità di contesti a tal punto che ogni situazione esterna acquista connotazioni ansiogene.

 

ANSIA GENERALIZZATA

L’ansia generalizzata è un disturbo abbastanza comune caratterizzato dalla manifestazione di un’eccessiva ansia e preoccupazione in relazione ad alcuni eventi accompagnata da grosse difficoltà nel tentativo di controllare le rimuginazioni; sono inoltre presenti alcuni dei seguenti sintomi: mancanza di riposo, sensazione di irascibilità, facile affaticamento, difficoltà di concentrazione, irritabilità, tensione muscolare e alterazione del ritmo sonno-veglia.

Le rimuginazioni possono essere definite come catene di pensieri e immagini associate a emozioni negative ed incontrollabili.

 

IPOCONDRIA

L’ipocondria, definita anche ansia connessa con lo stato di salute, si basa sull’interpretazione erronea di segni o sintomi fisici e la conseguente credenza di avere o stare sviluppando una grave patologia, senza che un’accurata valutazione medica abbia identificato motivi sufficienti per giustificare questi timori.

Le rassicurazioni mediche non riescono a dissipare queste paure ingiustificate; alcuni soggetti ricorrono frequentemente al loro medico curante mentre altri, a causa di una paura generale di tutto ciò che è in relazione a malattie fisiche, tendono a evitare contatti con specialisti e informazioni sanitarie. La ricerca di rassicurazione può essere estesa e trasformarsi nella tendenza a consultare in continuazione esperti senza averne un effettivo bisogno.

Il modello cognitivo alla base dell’ipocondria è molto simile a quello dell’attacco di panico, differisce per quanto riguarda il momento temporale in cui dovrebbe accadere la conseguenza temuta infatti nell’attacco di panico si ritiene avvenga immediatamente durante l’attacco stesso mentre nel caso dell’ipocondria può verificarsi in un momento futuro imprecisato.

 

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO

 Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e comportamenti compulsivi di durata considerevole che generano forte disagio e sofferenza nell’individuo.

Le ossessioni sono costituite da pensieri, impulsi o rappresentazioni mentali che si presentano insistentemente e senza motivazione alla coscienza dell’individuo e possono riguardare la paura del contagio (paura di avere toccato cose contaminanti), il dubbio (incertezza circa l’esecuzione di alcune azioni), impulsi aggressivi e criminosi e fantasie sessuali (idee ricorrenti a carattere sessuale o pornografico).

Le compulsioni sono invece azioni ripetitive e ritualizzate che possono manifestarsi come espressioni motorie (es. lavarsi ripetutamente le mani, controllare ripetutamente di aver eseguito una determinata azione, sistemare o allineare di continuo alcuni oggetti, ecc.) o azioni mentali (es. pregare, contare o ripetere continuamente alcune parole).

Lo scopo di questi comportamenti è di prevenire o alleviare l’ansia e il disagio connessi a determinate situazioni.

 

FOBIA SOCIALE

La fobia sociale è un disturbo in cui il soggetto teme che le proprie prestazioni lo possano esporre a valutazioni negative da parte degli altri; il termine prestazione fa riferimento all’esecuzione di compiti quotidiani soggetti al giudizio altrui, quali mangiare in pubblico, firmare, parlare ad uno sconosciuto o ad un gruppo di persone.

Le situazioni sociali vengono quindi evitate o vissute con particolare timore con un notevole impatto sulla qualità di vita.

La caratteristica centrale di questo disturbo è rappresentata dal forte desiderio di dare una buona impressione di sé agli altri accompagnato da una grossa insicurezza ed incertezza sulla sua riuscita; quando tali soggetti affrontano una situazione sociale la giudicano pericolosa, temono di correre il rischio di agire in modo inadatto e inaccettabile, pensano che il loro comportamento avrà conseguenze drammatiche per il loro status sociale e che saranno rifiutati e umiliati.

Questi segnali di pericolo attivano risposte d’ansia che vanno ad aggravare la percezione di inadeguatezza che il soggetto ha di sé.

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